Mercoledì
6 febbraio 2013 la trasmissione settimanale “Fari puntati su…”, condotta da
Floriano Roncarati dalle 19:00 alle 20:00 su Ciao RadioTV Bologna, ha interamente
dedicato una puntata al tema de “I giochi da tavolo e gli scacchi”. Ospiti in
studio Christian Citraro, divulgatore ludico e responsabile del “Progetto Homo Ludens”,
Nazario Nonni e Roberto Giordani in rappresentanza del “Circolo Scacchistico
Bolognese”.
L’occasione
è stata utile per parlare dell’importanza del gioco, delle sue origini e del
significato che assume nell’odierno contesto socio-culturale, soprattutto
italiano. Il gioco, presente in tutte le culture antiche, rappresenta un tratto
comune del genere umano. Tutti i giochi moderni, siano essi da tavolo,
videogiochi, giochi di ruolo o di carte collezionabili, portano nel loro DNA i
tratti di una storia millenaria, le cui prime testimonianze risalgono al 9000
a.C. Basti pensare al gioco del Senet
presso gli Antichi Egizi che ha in seguito dato luogo a molti giochi di
tavoliere, tra cui la Dama; ai Dadi, il cui termine arabo az-zahr identifica l’odierno ‘azzardo’; alla grande tradizione dei
giochi africani di fossi e ciottoli, rappresentati dalla famiglia dei Mancala; al Weiqi/Go, millenario gioco di territorio tipicamente orientale; al Chaturanga, che attraverso una lunga
staffetta tra Oriente ed Occidente genererà gli Scacchi; ai Tarocchi, col loro
concetto divinatorio, da cui traggono origine molti giochi di carte
contemporanei.
Gioco
dalla grande valenza storica e sociologica, ma che non sempre è stato valutato
con la dovuta attenzione dagli osservatori del tempo, spesso considerato come
mera perdita di tempo, tanto da far affermare a Ludovico Ariosto nell’Orlando
Furioso come, tra le molte attività improduttive presenti sulla Luna sta «l’inutil
tempo che si perde al giuoco». Bisognerà attendere il Novecento e gli studi del
matematico Neumann e dell’economista Morgenstern sulla “Teoria dei Giochi”,
numerosi Premi Nobel, sino a quello del matematico ed economista John Nash del
1994, e le relative applicazioni in campo economico, politico e militare, per
avere il giusto riconoscimento in campo scientifico. Lo studio del gioco ha rivelato
in tempi recenti molteplici tipi di approcci, principalmente di tipo
psicologico (Freud, Winnicott, Piaget, Bruner) che ha valorizzato le
potenzialità riferite allo sviluppo cognitivo, sociologico (Caillois) che ha
sottolineato la fondamentale funzione sociale e razionale dell’attività ludica,
e filosofico, con Huizinga che per primo ha cercato di cogliere nel gioco
alcuni aspetti universali della civiltà, definendolo come «un’attività fuori
dalla vita reale senza interessi materiali».
Da sx: Nazario Nonni, Roberto Giordani, Christian Citraro, Floriano Roncarati |
L’Italia
non è certamente un Paese all’avanguardia ludica. Gli italiani sono
storicamente degli scarsi consumatori di giochi: è più un prodotto da regalare che
da usare. Questa povertà si riflette anzitutto in ambito linguistico, laddove
sotto il termine ‘gioco’ vengono fatte rientrare diverse accezioni, percepito
soprattutto quale tematica ad uso esclusivo della pedagogia, quindi una faccenda
squisitamente da bambini. Diversa musica nel mondo anglosassone, nel quale il
termine assume nella lingua inglese diverse sfumature di significato,
identificabili con le comuni espressioni to
play (‘giocare’, ma anche ‘recitare’ e ‘suonare’), to enjoy (genericamente ‘divertirsi’ in riferimento al gioco, ma
anche ‘apprezzare’, ‘provare’, ‘gustare’),
gaming (come playing ma rifacendosi
a giochi poco impegnativi) e gambling (alludendo al gioco d’azzardo).
In Germania, Paese da sempre sensibile alle tematiche ludiche, è stato
addirittura istituito dal 1978 un prestigioso premio per giochi da tavolo e
giochi di carte, denominato Spiel des
Jahres. In Italia, l’unica eccezione rappresentata dal gioco è quella
correlata al boom delle scommesse sportive, gratta e vinci, super-enalotto e
giochi d’azzardo in genere, con le annesse problematiche relative all’azzardo
patologico che sfociano nella “ludopatia”, un mezzo per monetizzare,
alienandosi ed arricchendo le casse dello Stato, piuttosto che uno strumento
per stare insieme divertendosi.
In
tempi recenti, dai giochi da tavolo si sono affrancate le cosiddette “discipline
mentali”. Il 19 aprile del 2005 le quattro federazioni mondiali della Dama
(FMJD), degli Scacchi (FIDE), del Bridge (WBF) e del Go (IGF) hanno deciso di
costituire l'International Mind Sport Association (IMSA), la
“Federazione Internazionale Sport della Mente”, in rappresentanza di 400
Federazioni Nazionali e circa 500 milioni di giocatori sparsi in tutto il
mondo. Nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Lille, in corrispondenza delle
Olimpiadi, sono state rispettivamente disputate la prima e la seconda edizione
dei “World Mind Sports Games”, le “Olimpiadi della Mente”, durante i quali si
sono sfidati i maggiori esperti di queste discipline. L’Italia è stata degnamente
rappresentata dai propri atleti in entrambe le edizioni, riportando nette
vittorie soprattutto nella Dama e nel Bridge. Gli sport della mente coinvolgono
l’individuo sul piano comportamentale (educazione civica), strutturale
(ragionamento) e funzionale (calcolo mentale, memoria e concentrazione),
possono diventare, inoltre, strumento di supporto per studenti diversamente
abili e/o con difficoltà di apprendimento. Il Ministero della Pubblica
Istruzione, mediante appositi protocolli d’intesa sottoscritti con la
Federdama, la Federscacchi e la Federbridge, considerando le tre discipline
come associate al CONI, autorizza formalmente le scuole che lo richiedono alla
loro pratica, nell’ampia cornice del Progetto “Sport a Scuola”.
Dopo
decenni d’immobilismo sembrerebbe muoversi qualcosa, con manifestazioni e
iniziative ludiche che iniziano a moltiplicarsi. Basti pensare alla Play
Modena, cui si aggiungono GiocaTorino, Lucca Comics & Games, San Marino Convention,
Roma Ludica, Napoli GameCon ed Etna Comics, inoltre fanno la loro comparsa numerose
associazioni, riviste e siti web specializzati che cominciano a diffondere un
po’ ovunque la “cultura ludica”. Ciò fa ben sperare per il futuro e dire a gran
voce: «Avanti con gli Sport della Mente!».
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